La Foggia che ci piace, la Capitanata che ci piace
Nuove istanze di partecipazione salgono dal territorio: energie fresche, oneste, pulite e coraggiose alle quali il Quotidiano vuole dare fiato e voce.
La Foggia che ci piace è questa Foggia che ricorda, e fa della memoria riconquistata uno strumento d’identità. La tragedia di viale Giotto ricordata dal cuore e dalla sensibilità di Nico Baratta, dalla passione civile di Alberto Mangano, che nel suo sito www.manganofoggia.it ha dedicato a quel nefasto evento una sezione e che in una nota ci invita a ritrovare il senso della memoria anche in riferimento ad altre tragedie, come i bombardamenti del 1943.
La Foggia e la Capitanata che ci piacciono sono quelle di Marianna Onorato, di Giuseppe Potenza, di Manuel Marzocca, di Davide Pio Albanese, che con i loro gruppi su Facebook, rispettivamente dedicati alle strade del Subappennino, all’authority per la sicurezza agroalimentare, alla terribile ex statale della Saline ed ancora a viale Giotto, hanno smosso le coscienze di migliaia di cittadini (per la precisione 8.281 alle ore 17 di ieri), facendo in modo che si aggregassero, che entrassero in relazione, che producesse coscienza civile.
La Foggia e la Capitanata che ci piacciono che sono quelle “non si fanno i fatti loro”, così come vorrebbe la mafia, e che dicono sì all’appello del Questore e del Ministero dell’Interno e dicono “no” all’omertà. Quella Foggia e quella Capitanata raccontate da giornalisti coraggiosi come Gianni Lannes e Pasquale Trivisonne.
La Foggia e la Capitanata che ci piacciono sono quelle che sanno sognare e che sui loro sogni costruiscono progetti ambiziosi di futuro: come Michelangelo De Meo ed il suo ponte delle Tremiti, come Gennaro Amodeo ed il suo progetto di unificazione della provincia dauna al Molise, conosciuto come Moldaunia.
La Foggia e la Capitanata che ci piacciono sono quelle che non si arrendono davanti agli scempi operati dal tempo che passa e dall’incuria degli uomini, e che, come Teresa Maria Rauzino, Giuseppe Bruno e tutti gli aderenti al gruppo “Salviamo Kalena”, impedendo la distruzione della più antica abbazia del Gargano, vogliono restituire al Gargano un futuro fatto di cultura ed umanità, e non di incendi e di speculazione.
La Foggia che ci piace è quella che sa che sa commuoversi davanti alla poesia di Michele Sisbarra, e poi sa sorridere e sa divertirsi di fronte alle impertinenze ed ai colpi di genio di Sandro Simone, che – come ci informa il suo stato su Fb – ieri sera era prima al presidio di solidarietà a Gianni Lannes e alle 21 su TeleFoggia a cazzeggiare parlando di pallone.
Di questa Foggia e di questa Capitanata il nostro giornale vuole essere la voce, per non raccontare soltanto le cose brutte che ogni giorni punteggiano le cronache, ma anche le cose belle: le speranze, gli aneliti, il desiderio di riscatto e di futuro, di una terra tanto antica e nobile, quanto sovente vessata dalla storia e dagli accadimenti.
Con questa Foggia e con questa Capitanata ci accorgiamo che, giorno dopo giorno, grazie anche alle opportunità offerte dalla Rete e dai suoi strumenti, il Quotidiano sta intessendo relazioni sempre più profonde e sempre più proficue. Stiamo diventando un giornale non scritto più soltanto da addetti ai lavori che parlano ad altri addetti di lavori (con la conseguenza ed il rischio di parlarsi addosso) , ma un giornale scritto e composto da dieci e cento mani, da dieci e cento teste, da dieci e cento cuori.
È un processo complesso del quale siamo a volte più testimoni che non protagonisti: perché la Rete non ha protagonisti in assoluto, ma nodi che si stringono o si dipanano, relazioni che non sono soltanto la somma di addendi ma sovente qualcosa di più. È un processo che anche noi cerchiamo di capire, giorno dopo giorno: non per guidare, ma piuttosto per lasciarcene guidare.
Qualche giorno fa, nel corso di una riunione di redazione convocata per programmare le celebrazioni del 25° compleanno del nostro giornale (a proposito: ne vedrete delle belle), abbiamo fatto il punto su questo “nuovo Quotidiano” che fa profilandosi, ed abbiamo convenuto che proseguiremo su questa strada che per dirla con gli splendidi versi di Antonio Machado non sappiamo bene dove porti, ma sappiamo che è importante percorrere, perché è una strada di progresso, di civiltà, di futuro. Tra le iniziative allo studio, che prenderanno il via nei prossimi giorni, c’è la creazione di un gruppo del giornale su Facebook, che si sta rivelando uno strumento quanto mai potente sia in riferimento alla edizione cartacea del giornale, sia in riferimento alle sue versioni web (il sito www.quotidianodifoggia.it e il blog quotidianofoggia.wordpress.com).
Il progetto è ambizioso: fare un giornale che sia tutto questo, in modo più consapevole di quanto non sia stato finora: un giornale che racconti anche cose belle, che dia spazio e visibilità ai talenti, alle intelligenze, alle energie creative. Un giornale che, assieme ai suoi lettori ed a tutti i protagonisti della Foggia e della Capitanata che ci piacciono, si sforzi per un futuro diverso e migliore.
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