Saturday, September 26, 2009

The shadow line

Qui negli US, molte persone utilizzano Facebook con una certa leggerezza, rendendo spesso disponibili pubblicamente i loro profili. Tali profili, poi, sono tendenzialmente assai dettagliati e ricchi di informazioni molto personali, come ad esempio indirizzo di casa, numero di telefono, centinaia di foto, hobby…

Ho cosi’ deciso di compiere una sistematica opera di indagine sui miei 24 studenti di questo semestre. Ben 7 hanno profili pubblici.

Con una certa perplessita’, ho scoperto che di questi 7:

- 1 si dichiara liberal

- 4 si dichiarano (piu’ o meno direttamente) conservative

- 1 ha un profilo vuoto

- 1 non dice le sue political views

- 3 sono estremamente religiosi

Limitandomi a questo ristretto campione, direi che non c’e’ di che rallegrarsi. Risalendo un po’ lungo i loro network di contatti, la preoccupazione cresce. Pare che idee retrive e bigotte siano piuttosto diffuse tra gli studenti, che, e’ bene precisare, hanno in media 20 anni.

Leggendo alcuni dei loro post, appare evidente che e’ mancato qualcosa nella loro formazione. Pur essendo giovani universitari, mostrano l’apertura mentale di un contadino leghista o di un ascoltatore di Radio Maria. Lo so cosa si portrebbe obiettare qui: meglio non generalizzare. Ma la generalizzazione e l’astrazione sono il fondamento di qualsiasi tipo di analisi ed elaborazione della realta’; il linguaggio stesso ne e’ un esempio ed il pensiero comunque si fonda sul linguaggio. Quindi: obiezione respinta.

Mi convinco sempre piu’ della necessita’ di rendere obbligatorio lo studio della storia della filosofia, al pari dello studio delle tabelline o della grammatica. Non ne ho le prove, ma credo che un contatto, seppur minimo, con il metodo ed i principali temi del pensiero occidentale spazzerebbe via certe incrostazioni politico-religiose.

Una qualunque persona che abbia l’opportunita’ di sfiorare la complessita’ e la corrosivita’ critica della filosofia contemporanea non potrebbe che ampliare i propri orizzonti. Sarebbe una vera e propria mutazione cerebrale.

Non si tratta di erudizione o di sapere citare a memoria massime argute. Si tratta di ricevere, ad un certo punto della vita, una sorta di imprinting culturale. E’ una trasformazione del modo di pensare: da una modalita’ ingenua e superficiale si passa ad una maturita’ critica. Alessandro Bergonzoni chiama cio’ il dentresco. Sempre lui, nei suoi spettacoli (che consiglio di ripescare su YouTube), parla delle metastasi culturali che sono generate dalla banalita’ degli stimoli che ci provengono dai mass media.

Non pretendo certo che tutti debbano diventare filosofi. Io stesso non ho avuto altro che una formazione liceale al riguardo. Ma basta davvero poco per innalzarsi della bassezza del ragionare ordinario. L’elemento piu’ forte che un’esposizione alla filosofia puo’ trasmettere e’ il dubbio. La filosofia e’ grande innanzi tutto quando e’ “filosofia del martello”, alla Nietzsche, quando demolisce la Verita’ in favore delle verita’ o, meglio, delle interpretazioni. Ancor prima di Nietzsche, comunque, gia’ il dubbio cartesiano e’ un magnifico esempio di questo atteggiamento mentale. E che dire dello splendido lavoro della critica kantiana? Forse la sua applicazione alla ragion pura appare un po’ troppo astratto: non lo e’ affatto, visto che la gnoseologia, a ben vedere, e’ forse la parte piu’ fondamentale di ogni riflessione filosofica seria ed e’ inestricabilmente legata alla metafisica. Non si puo’ pero’ non apprezzare la rilevanza del metodo critico nel campo della morale, quando investe la ragion pratica. E’ Kant colui che fonda un’etica immanente, in epoca illuminista (fine Settecento); eppure ancora oggi (2009), ci tocca sentire le trite e ritrite tesi del Capo dello Stato di Citta’ del Vaticano sui rischi di una societa’ priva di una fondazione ideale trascendente.

In generale, tutte le farneticazioni dei fondamentalisti religiosi e politici di ogni colore avrebbero vita dura se solo la popolazione fosse minimamente smaliziata culturalmente. Ad esempio, una inflessibile applicazione del metodo genealogico di Nietzsche, da sola, coprirebbe di ridicolo tutti i falsi profeti di verita’ che riempiono gli schermi delle TV e imbrattano i quotidiani.

Mi scuso per il lungo sfogo, un po’ contorto e poco argomentato. A volte, pero’ e’ necessario scrivere.

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